A cura di Francesco Tomada
(i commenti alle poesie e le traduzioni sono dell’autore)
PALACE HOTEL
Sull’isola del prato
i cubi di fieno
rivolti alle lontane
scritture
Palace Hotel,
davanti alla spiaggia le luci
come tanti pellegrini
devoti all’ascensione,
lampioni in primo piano
sull’acqua che scodinzola.
Passi fiamminghi
e torno bambino nel mio sogno
americano, Palace Hotel
e mai più periferie.
Abbazia, 18-8-2010
Questa è una poesia inedita ed emerge il senso mistico di voler essere al centro di un grande mondo con una lunga storia.
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ISEA
Il filo del discorso sta in soffitta
accanto al sole. Ricordi
di Ischia in un sacco, l’atlante
defilato sui vecchi quaderni.
Tra le foto del Sudan Isea
in bicicletta coi capelli al volo.
Sto scavando i miei anni non vissuti.
Isea è morta giovane
e ha fermato il tempo
sulle rondini attente alla vita
lontana. Lo scatto di un topo
é un altro mondo.
Sagome, maschere, scritte sui mari,
zia Isea
e i suoi occhi di scoiattolo
tra le foto sgranate.
Questa poesia inedita parla di una mia zia morta giovane in un incidente e invita a guardare i lati positivi della vita.
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MERAVIGLIA
Meraviglia di genti sconosciute,
la formica risorta sulla porta
del gelseto, la corsa del sidecar
dentro lo schermo. Meraviglia
di voci che interrompono l’artista.
Meraviglia
è la crescita degli alberi,
l’infanzia che ti aspetta
in un angolo, la poesia
quando non è più
descrizione dei mali.
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EL CLARINET TAL GIALINÂR
Qualchidûn al sune
el clarinet tal gialinâr.
Masse grant el displasè
dai sbaglios cometûs
par pensà di podè
butâsi tal doman.
Qualchidûn al sune
el clarinet tal gialinâr
e iò sorevîf
come lis pantianis
che si mangin fra di lor.
Inses esagieras
e ientrin te me ciase,
si vesînin matetâz
che o ai simpri nascuindut
tal disordin dai siomps
e cuntinuin a sunà
i clarines tal gialinâr.
IL CLARINETTO NEL POLLAIO
Qualcuno suona / il clarinetto nel pollaio. // Troppo grande il dispiacere / degli sbagli commessi / per pensare di potersi / buttare nel domani. // Qualcuno suona / il clarinetto nel pollaio / e io sopravvivo / come le pantegane / che si mangiano fra loro. // Insetti esagerati / entrano nella mia casa, / si avvicinano follie / che ho sempre nascosto / nel disordine dei sogni // e continuano a suonare / i clarinetti nel pollaio.
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O VEVI DIGNITÂT
Quant che me none
mi metêve sul niςiul
o passâvi el cîl
e mi contâve…
Mi impensi
la vos basse di gnò nono
che mi a fate la cariôle.
O vevi dignitât
in tal clar de valâde
rosis blancjs tai lens
e me cusine che tornâve de Gjarmanie
e veve simpri un regâl
par no dì di mè agne
che tornâve dai cjamps
a rosis zalis
sul celest dal sò grumâl,
o di gnò barbe
che mi diseve
di là fûr de ombre
quant cal piturâve.
O vevi dignitât
e siomps che no savevi.
AVEVO DIGNITA’
Quando mia nonna / mi metteva sul dondolo / passavo il cielo / e mi raccontava… / Ricordo / la voce bassa di mio nonno / che mi ha fatto la carriola. / Avevo dignità / nel chiaro della vallata / fiori bianchi sugli alberi / e mia cugina che tornava dalla Germania / aveva sempre un regalo // per non dire di mia zia / che tornava dai campi / a rose gialle / sul celeste del suo grembiule, / o di mio zio / che mi diceva / di uscire dall’ombra / quando dipingeva.// Avevo dignità / e sogni che non sapevo.
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MARCOPAOLI
Universo femminile di marchi
e di paoli che conversano
a distanza senza identità.
Passa il rullo compressore
cambia l’anima da dentro,
le figure del paesaggio
e la vita
è un ospedale dove muoiono
bambini nella crescita del corpo.
Cambia il sole programmato
nella forma e nel colore.
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Maurizio Benedetti è nato a Berna il 17-9-1968 e vive ad Ara Grande, frazione di Tricesimo (UD). Ha pubblicato nel 2006 la raccolta breve “Lontano da chi ascolta” per l’editore “Sottomondo” di Gorizia e, sempre per il medesimo editore, il libro “So distruggere il mio dio” nel 2008. Nel 2010 ha pubblicato per l’editore “Kappa vù” di Udine il libro “Bionda salamandra e altre poesie”. Ha fatto parte della redazione della rivista “Corrispondenze & Lingue Poetiche” edita dalla Kappa Vu di Udine e partecipa con continuità a letture pubbliche dei suoi testi. È direttore Artistico del Festival di poesia “PoetARE”, che si tiene annualmente dal 2008 ad Ara di Tricesimo. Nel 2009 ha vinto il “Trieste poetry slam” e si è classificato secondo assoluto al Premio Nazionale di poesia per inediti “Ossi di seppia” che prevede la pubblicazione su antologia per i primi quattro autori classificati.
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Mi piace davvero, questa è poesia coerente che non sconta il cortiletto interno del diarismo, ma riesce ad andare oltre
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