[leggi anche I marginali brasiliani, Intro]
[scarica il pdf di Francisco Alvim, Il chiaro e lo scuro]
C’è sempre la vecchia storia del “traduttore/traditore”. Dopo un po’ ci si stanca di sentire (e scrivere) sempre le stesse cose. Ovviamente l’avevo scritto pure io nella mia piccola introduzione ai poeti marginali. Ora mi trovo davanti ad Alvim e sono contento.
Nella sua intervista (video più sotto), Alvim ne esce come un uomo simpatico, a tratti ingenuo e sorpreso da quello che ascolta e che dice. Modesto nella sua aperta ammissione che la propria voce poetica scaturisca dalla voce di Drummond. Dice: “Mi emoziona, anche solo parlarne”. Chiunque conosca a fondo Drummond, alla fine non può fare altro che conviverci – come nel desiderio di un matrimonio impossibile da consumare. Sono contento quando traduco Alvim (come traduttore amatoriale) perché l’adagio “traduttore/traditore” sembra non avere più senso. Questo poeta elimina tutto quello che si può eliminare, spingendosi oltre ciò che è essenziale, fino a far parlare ciò che non è scritto. Lascia solo un indizio, intorno a cui ruota un universo.
Argomento
Ma se lo fanno tutti
Nella sua chiacchierata con Bia Corrêa do Lago, Alvim a un certo punto, sempre parlando di Drummond, per spiegarne la voce ovunque presente e assente, fa l’esempio di Dio come una grande sfera, di cui ne è il centro ma che è impossibile da trovare – è ovunque e da nessuna parte. Così è la poesia di Alvim, che evita di farsi trovare e lascia, solo, appunto, indizi. Dio è dovunque ma non lo si vede. Così è la poesia di Alvim, in un certo senso non “misurabile”. E’ il “metro nessuno”. È in una poesia su Drummond (ancora!) che salta fuori questa bella invenzione del “metro nessuno” come unità metrica, di quantità e qualità, della poesia.
Devo dire di essere rimasto molto sorpreso circa queste affermazioni di Alvim su Drummond. Non vedevo Drummond nella sua scrittura, se non in qualche poesia dichiaratamente “drummondiana”. Sono proprio uno sprovveduto. Ho dovuto aspettare anni e poi trovare questo video per capire che Alvim parla di una “voce totale”, della “voce del mondo”. Una curiosità: questo aspetto “universale” di Drummond, Drummond stesso lo attribuisce agli abitanti di Minas Gerais che, per loro propria natura, tendono alla trascendenza.
Guimarães Rosa aveva una sua curiosa classificazione delle categorie e delle sfumature del “mineiro”. Quello di “argilla”, del sertão (zona desertica dell’interno), pastore, allegro, boemio, estroverso, viaggiatore, amante delle donne e del bere. Rosa stesso si considerava un “mineiro d’argilla”. C’è poi il mineiro di “ferro”, delle miniere, incarnato proprio da Drummond, segnato dalle montagne, dai sentieri pietrosi, dal paesaggio morale e dalla meditazione metafisica. Poi c’è quello del “ciclo dell’oro” (Minas Gerais significa “miniere generali” ed è il territorio prevalentemente montagnoso dell’entroterra dove i portoghesi scoprirono oro e altri minerali prezioni), sospettoso, arguto, stratega. Rosa però non ha formulato una categoria per i mineiros della “Zona da Mata” (della “foresta”) – luogo in cui è nato e cresciuto Alvim – ma si è “arrischiato” nel dire che è un luogo di malinconia, molto simile a Pernambuco. Un luogo segnato dal passato fortemente schiavista. “Credo di portarmelo nel sangue”, dice Alvim. “Questa angoscia, questa insicurezza, quest’imminenza di qualcosa di pericoloso, oscuro e, a volte, sinistro”. Mi sembra una bella definizione del Brasile.
Molti anni fa, parlavo con una mia carissima amica brasiliana, elogiando il carattere allegro del suo paese. Lei rispose: “Tutto molto allegro e simpatico. Se però noi brasiliani pensassimo un po’ di meno a ballare e un po’ di più anche ad altre cose, forse diminuirebbe il numero di quelli che muoiono di fame. Che è la maggioranza”. Questo precario equilibrio, questo viaggiare sul filo del rasoio, con ampie e frequenti scivolate nell’abisso, è ciò che anche Caetano Veloso fa sempre risaltare quando parla del proprio paese. Da un lato, vuole un Brasile più “civile”, che non ammazzi i bambini per strada e che sfami i suoi abitanti, e dall’altro intuisce che una civilizzazione, declinata nei modi attuali, comporterebbe una perdita irreversibile del carattere brasiliano. Quindi, timidamente, cerca di formulare pensieri su una “terza via”, diciamo così, che risolva i problemi ma non faccia del Brasile un deserto senza peculiarità cui, ad esempio, è ormai ridotta l’Europa.
Così, in Alvim, la voce del mondo, quella stessa di Drummond, è forte e presente nei continui contrari fusi insieme: luce e oscurità, vita e morte, allegria e malinconia, bellezza e orrore, sentimento e asetticità – che sono di fatto il Brasile, un paese che è, soprattutto, il contrario di se stesso. E questo, almeno secondo me, è Alvim.
Olha
Um preto falando
com toda clareza
e simpatia humana
Guarda
Un nero che parla
con tutta la chiarezza
e la simpatia umana
*
Os dias passam
Lembra daquela água verde
onde os dois mergulhavam
e todos olhavam?
Tua pele suava
na água
Teu olhar preto
afogava
A vida era tanta —
deslembrava
I giorni passano
Ricordi quell’acqua verde
dove noi due ci tuffavamo
e tutti guardavano?
La tua pelle sudava
nell’acqua
I tuoi occhi neri
affogavano
La vita era tanta –
si dimenticava
*
Fundo
No dia seguinte
tratei ela muito bem
Ela nem olhou pra minha cara
Não liguei
Mas no fundo
Fondo
Il giorno dopo
l’ho trattata molto bene
Lei nemmeno mi guardò in faccia
Non ho chiamato
Ma in fondo
*
Gemido
Este mundo
custa tanto a passar
a gente sofre tanto
O ser humano é o seguinte
Gemito
Questo mondo
costa tanto a passare
e noi soffriamo tanto
L’essere umano è il seguente
*
Carnaval
Sol
Esta água é um deserto
O mundo, uma fantasia
O mar, de olhos abertos
engolindo-se azul
Qual o real da poesia?
Carnevale
Sole
Quest’acqua è un deserto
Il mondo, una fantasia
Il mare, ad occhi aperti
che si ingoia azzurro
Quale il reale della poesia?
*
Canção
Quando olhei para Helóisa
e vi o rosto de Helóisa
sua boca seus olhos
senti a noite de perto
senti a noite tão íntima
tão dentro do meu olhar
Um querer bem, uma mágoa
uma dor tão doída
tão sem razão, tão perdida
tão dela, de Heloísa
Helóisa é feita de escuro
Helóisa é feita de ar
Helóisa é o abraço da ilha
Eu – sou o mar
sou o mar
Canzone
Quando ho guardato Helóisa
e ho visto il volto di Helóisa
la sua bocca i suoi occhi
ho sentito la notte vicino
ho sentito la notte così intima
così dentro il mio sguardo
Un voler bene, un’amarezza
un dolore così pazzo
così senza ragione, così perduto
così suo, di Heloìsa
Helóisa è fatta di oscuro
Helóisa è fatta di aria
Helóisa è l’abbraccio dell’isola
Io – sono il mare
sono il mare
*
Briga
Eu vou agüentar
Eu sou mais forte
sei que ele é mais fraco
Aí ele entrou no banheiro
tomou banho
e saiu de novo pra rua
Não se meta na minha vida
enquanto você falar pra eu não fazer
eu faço
Quanto mais você fala
mais eu faço
Saiu daqui todo dia
ás onze da noite
Não vou bater nele
se eu der um tapa
ele cai
Não é justo a gente viver
eternamente se sacrificando
tem uns três anos que estou nessa
dois empregos
já operei de coração
Devia ser um exemplo um estímulo
Já vi que não sou
sou a derrota
Um dos dois tem que ficar
Quem vai cuidar dos meninos?
Se ele ficar doente
eu fico boa
Deus vai me ajudar
vai me dar coragem
O povo já fala
o homem de casa sou eu
Não deixa ele saber
Ele vai virar bicho
Eu não falei nada
Litigio
Be’ ma io resisto
Io sono più forte
il più debole è lui
Poi è entrato in bagno
ha fatto il bagno
e se n’è uscito ancora
Non metterti fra i piedi
più parli e straparli
e pi vado avanti
Più parli
più lo faccio
Se n’è uscito tutto il giorno
alle undici di notte
Mica lo picchio
se gli do un ceffone
casca giù
Non è giusto vivere
sacrificandosi eternamente
è un due tre anni che vivo così
due lavori
un’operazione al cuore
Dovevo essere un esempio uno stimolo
Ma invece no
sono la sconfitta
Uno dei due deve restare
Chi si occuperà dei bambini?
Se lui si ammala
io me ne sto buona
Dio mi aiuterà
mi darà coraggio
La gente parla già
sono io l’uomo di casa
Non farglielo sapere
Diventa una bestia
Io non ho detto niente
*
As mãos de Deus
Morreu na explosão
Me deixou sozinha
Chovia fazia sol
a gente sempre em casa
As pessoas comentavam
Que vida mais gostosinha
a de vocês
Dei sim, dei tudo
só para ele
Hoje, por grana,
pra todos)
Não roubo, não mato
mesmo assim me pergunto
se não faço algo de
errado
Le mani di Dio
Morì nell’esplosione
Mi lasciò da sola
Pioveva c’era il sole
stavo sempre a casa
La gente commentava
Che vida che vituccia
la vostra
Ho dato sì, ho dato tutto
solo per lui
Oggi, per soldi,
per tutti)
Non rubo, non uccido
ma pure così mi chiedo
se non faccio qualcosa di
sbagliato
*
Balcão
Quem come em pé
enche rápido
Bancone
Chi mangia in piedi
si riempie in fretta
*
Sombra
Chove nos edifícios
e na erma galeria
de esquadrias de vidro
sujo
Chove nos edifícios
e também em tua sombra
de bípede que palmilha
esta e mais outra trilha
Aquele edifício negro
na sombra amarela, imensa
assombra toda a cidade
A ti, não
Ombra
Piove sugli edifici
e nella galleria deserta
di finestre vetrate
sporco
Piove sugli edifici
e anche sulla tua ombra
di bipede che calpesta
questa e un’altra pista
Quell’edificio nero
nell’ombra gialla, immensa
ricopre tutta la città
A te, no
*
Arquivo
não pode ser de lembranças
Archivio
non può essere di ricordi
*
De passagem
As pessoas para quem trouxe presentes
não me receberam
e os amigos, confiarão ainda em mim?
Fazer 40 anos nesta terra
é muito duro
Estou pensando em começar uma análise
Acabar com tanto ressentimento
Não, estou mudando
já não sou o mesmo
Di passaggio
Quelli a cui ho portato doni
non m’hanno ricevuto
e gli amici, mi crederanno ancora?
Fare 40 anni su questa terra
è molto duro
Sto pensando a cominciare un’analisi
Finirla con tanto risentimento
No, sto cambiando
non sono più lo stesso
*
Aberto
Às vezes o olhar caminha
na trama da luz
sem curiosidade alguma
qualquer devaneio
Vai em busca do tempo
e o tempo, como o sempre,
vazio de tudo
não está longe
está aqui, agora
O olhar sem memória
sem destino
se detém
no ar do ar
na luz da luz –
lugar?
Aperto
A volte lo sguardo cammina
nella trama della luce
senza alcuna curiosità
qualche delirio
Va in cerca del tempo
e il tempo, come il sempre,
vuoto di tutto
non è lontano
è qui, adesso
Lo sguardo senza memoria
senza destino
si trattiene
nell’aria dell’aria
nella luce della luce –
luogo?
*
Mente
Quase além da sensação
do estar vivo
pura luminosidade dentro
de retina inexistente –
a que tudo enxerga
tudo sente
(o tudo que é vida
e será morte) –
a palavra (a palavra?) amor
amor
Mente
Quasi oltre la sensazione
di essere vivo
pura luminosità dentro
di retina inesistente –
che tutto vede
tutto sente
(il tutto che è vita
e sarà morte) –
la parola (la parola?) amore
amore
*
Um cavalo
chamado Balanço
Un cavallo
chiamato Dondolo
*
Filho e pai
Chegava nas casas
tocava a campainha
Tem alguma coisa pra lavar?
Roupa carro banheiro cozinha
Não sabia pedir
Queria trabalho
Tinha cinco anos
quando minha mãe morreu
meu pai sumiu
fui criado ouvindo um conselho aqui
outro ali
O que é bom
não te oferecem
Pro que é ruim
batem na tua porta
Eu nunca quis
despistava
Hoje dou a meus filhos
o que dele não recebi
Eu que sou pobre
na verdade
sou rico
Figlio e padre
Andavo per le case
suonavo il campanello
C’è qualcosa da lavare?
Vestiti auto bagno cucina
Non sapevo chiedere
Volevo lavoro
Avevo cinque anni
quando mia madre morì
mio padre sparì
fui educato sentendo un consiglio qui
un altro lì
Ciò che è buono
non te lo offrono
Per ciò che è male
ti battono alla porta
Io non ho mai voluto
depistavo
Oggi do ai miei figli
ciò che da lui non ho avuto
Io che sono povero
in verità
sono ricco
*
Argumento
Mas se todos fazem
Argomento
Ma se lo fanno tutti
*
Poema
Há muitas sombras no mundo
Elas ventam nas nuvens
e no ar
brilham solitárias como topázios –
gotas de luz apagadas
Os astros ventam
A sombra é o vento dos astros
No fundo das águas prisioneiras
de lagos e açudes
há um vento de águas –
sombras
No mar
refratam-se submersas
viageiras
em meio a florestas de alga –
sombra das sombras emersas
São feitas – as sombras – de ar
escuro
Lembram o tudo e o nada
O vôo das sombras
gira em torno de uma coluna
sonora, o poema –
luz de dentro
Fora
Poesia
Ci sono molte ombre nel mondo
Fanno vento fra le nuvole
e nell’aria
brillano solitarie come topazi –
gocce di luce spente
Gli astri fanno vento
L’ombra è il vento degli astri
In fondo alle acque prigioniere
di laghi e dighe
c’è un vento di acque –
ombre
Nel mare
si riflettono sommerse
viaggiatrici
tra le foreste di alghe –
ombre delle ombre emerse
Sono fatte – le ombre – di aria
scura
Ricordano il tutto e il niente
Il volo delle ombre
gira intorno a una colonna
sonora, la poesia –
luce di dentro
Fuori
*
Céu
Um céu, que não existe
ou talvez exista na França de Poussin
refratado nos interiores de Chardin
talvez em Turner
talvez em Guignard
certamente em Dante
ao chegar à praia do Purgatório
A felicidade que a luz traz
solta, nua neste céu
ou pensada
Cielo
Un cielo, che non esiste
o forse esiste nella Francia di Poussin
riflesso negli interni di Chardin
forse in Turner
forse in Guignard
certamente in Dante
all’arrivo sulla spiaggia del Purgatorio
La felicità che la luce porta
libera, nuda in questo cielo
o pensata
*
Revolução
Antes da revolução eu era professor
Com ela veio a demissão da Universidade
Passei a cobrar posições, de mim e dos outros
(meus pais eram marxistas)
melhorei nisso –
hoje já não me maltrato
nem a ninguém
Rivoluzione
Prima della rivoluzione ero professore
Con lei sono arrivate le dimissioni dall’università
Sono passato a ricoprire posizioni, mie e di altri
(i miei erano marxisti)
in questo sono migliorato –
oggi non mi maltratto più
né altri
*
Conversa de Alice com Humpty Dumpty
– A questão é de saber
se uma palavra pode significar tantas coisas
– Não, a questão é de saber
quem manda
Dialogo fra Alice e Humpty Dumpty
– La questione è sapere
se una parola può significare tante cose
– No, la question è sapere
chi comanda
*
Órfão
Sou.
De muitos pais, de
muitas mães.
Orfano
Sono.
Di molti padri, di
molte madri.
*
Canto
Ária branca – aderência
em muro branco
neste dia tão solar –
dia dos mortos
dia do antes
É como se o olhar tornado
inumano
por força do branco
soasse
livre do longe e do perto
de si mesmo referto
na desmesura do ar
Longe ficaram as montanhas
Perto o lago não está
Canto
Aria bianca – aderenza
su muro bianco
in questo giorno solare –
giorno dei morti
giorno del prima
È come le sguardo divenuto
inumano
a forza di bianco
suonasse
libero dal vicino e dal lontano
di se stesso referto
nella dismisura dell’aria
Rimaste lontano le montagne
Vicino il lago non è
*
Acontecimento
Quando estou distraído no semáforo
e me pedem esmola
me acontece agradecer
Avvenimento
Quando sto distratto al semaforo
e mi chiedono la carità
mi succede di ringraziare
*
A poesia
Houve um tempo
em que Schmidt e Vinícius
dividiam as preferências
como maior poeta do Brasil
Quando por unanimidade ou quase
nesse jogo tolo
de se querer medir tudo
Drummond foi o escolhido
ele comentou
alguém já me mediu
com fita métrica
para saber se de fato sou
o maior poeta?
Estava certo
Pois a poesia
quando ocorre
tem mesmo a perfeição
do metro –
nem o mais
nem o menos
– só que de um metro nenhum
um metro ninguém
um metro de nadas
La poesia
Ci fu un tempo
che Schmidt e Vinicius
si dividevano le preferenze
per il maggior poeta brasiliano
Quando all’unanimità o quasi
in questo gioco scemo
di voler misurare tutto
fu scelto Drummond
lui commentò
qualcuno mi há misurato
col metro da sarto
per sapere se di fatto io
sono il poeta più grande?
Ma era così
perché la poesia
quando avviene
ha davvero la perfezione
del metro –
non il maggiore
non il minore
– ma di un metro alcuno
un metro nessuno
un metro di nulla
*
Francisco Soares Alvim Neto (Araxá, Minas Gerais, 1938). Poeta e diplomatico. Comincia a scrivere poesia nell’adolescenza, influenzato dalla sorella, poetessa, Maria Ângela Alvim (1926 – 1959). In gioventù, vive fra Rio de Janeiro e Belo Horizonte e, nel 1953, si trasferisce stabilmente a Rio. Studia diritto all’Università del Distretto Federale (oggi Università dello Stato di Rio Janeiro). Inizia la carriera diplomatica nel 1965 e tre anni dopo pubblica il primo libro “Sol dos cegos” (Sole dei ciechi). Fra il 1969 e il 1971 è segretario della rappresentanza del Brasile presso l’Unesco, a Parigi, città dove scrive parte delle poesie di “Passatempo”, del 1974. Di ritorno in Brasile, si unisce al gruppo “Frenesi”, che costituisce la prima “leva” dei cosidetti poeti marginali: Roberto Schwarz, Cacaso, Chacal e Geraldo Carneiro. I libri di Alvim escono in ciclostile fino al 1981, quando l’editrice Brasiliense pubblica un’antologia completa che riunisce tutti libri scritti fino a quel periodo. Per il ministero degli esteri, occupa la carica di console generale del Brasile a Barcellona e Rotterdam, e poi quella di ambasciatore in Costa Rica. Ora in pensione, vive a Brasilia.
alcuni testi li percepisco come semplici pensieri, seppure intensi,altri sono entrate a gamba tesa nel fianco scoperto di ognuno e danno dolore
grazie per queste traduzioni che hanno permesso di leggere..
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sì, lo ho letto nell’articolo e immagino che necessiti un addentrarsi in condizioni ottimali per approfondire, è quello che spero di riuscire a fare..:)
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