perìgeion

un atto di poesia

Grazie Griffin


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Il primo febbraio del 2015 nasceva Perigeion. Nacque da un’intuizione di un uomo fuori dall’ordinario che, basandosi solo sul suo istinto, mise in relazione un gruppo di persone attorno a un progetto nel quale riversare il suo amore e la sua passione. Come il più generoso degli amici, una volta indicata la rotta, decise di farsi da parte e concedere fiducia totale a quel gruppo; di guardarlo crescere a distanza con la certezza che, pure se “da fuori”, si sarebbe sempre sentito a casa lì dentro. Allo stesso modo il gruppo comprese che poteva e doveva portare avanti il progetto e che l’eredità più grande lasciata dal fondatore era, accanto al rigore, alla cura e all’amore: l’istinto.

Come ogni cosa autenticamente e felicemente viva, per fare in modo che quella vita sia feconda e non ripieghi su se stessa è necessaria la massima onestà e una continua e attentissima manutenzione. Tentando di applicare queste regole, abbiamo immaginato che dagli incontri fatti lungo la strada, qualcuno potesse contribuire a impreziosire ulteriormente le proposte del blog non più come autore, ma come compagno di viaggio. Continueremo  ad applicare la scelta di non pubblicare nulla dei componenti della redazione, ma ufficialmente, da oggi, guadagniamo quattro nuovi amici, quattro persone di grandi qualità umane e artistiche che, dal lavoro redazionale, siamo certi, moltiplicheranno le proposte di altri validissimi poeti e artisti ancora non pubblicati. Il criterio con cui gli abbiamo chiesto aiuto è stato unicamente basato sull’istinto. Lo stesso con cui il nostro amico Griffin mise insieme questa piccola, allegra, comunità.
Auguriamo dunque ai quattro nuovi redattori: Amara, Guido Cupani, Giusi Drago e Roberto R.Corsi,   buon lavoro e buon divertimento; auguriamo a Perigeion buon compleanno; di crescere forte, robusto e, soprattutto, sempre più concretamente in relazione col mondo.

La redazione

” Improvvisamente sul tram quotidiano ho capito che il lato positivo dell’antologia Poesia e Realtà di Giancarlo Majorino è quell’essere insieme, gli atei insieme ai credenti, gli analfabeti con i bene alfabetizzati, quelli della rima e quelli della contro rima, i viscerali con i cerebrali, i nuovissimi con i vecchissimi che muoiono anche a cent’anni, quelli che si sono suicidati e quelli che vivono molto bene, gli ammogliati e gli strozzati, gli avanguardisti e i retroattivi, gli italiani e i sanfedisti, i seri e quelli che irridono anche alla croce rossa con tutto il pappalardo, tutti insieme con le “ali illuminate” perché è questo essere insieme la prova dell’epoca, devono riuscire a vivere in un massacro continuo, devono imparare ad accettarsi così come sono perché è vero quello che mi diceva nonna analfabeta “siamo tutti figli di madri”, le nostre diversità contano meno di tutto quello che abbiamo in comune, quei cuori del manifesto Benetton saranno di neri o di bianchi però i cuori sono tutti uguali, i nostri cervelli simili. Quell’essere insieme come quando ero in quel reparto italiano insieme a tutti i norvegesi, quasi la pecora nera tra i biondi e gli azzurrati eppure eravamo insieme e fummo insieme per diecine d’anni continui. Ero insieme a tutti voi con le vostre tute, con gli ingenui vestiti della domenica, li ricordo uno a uno ora che sono quasi tutti morti. Però ogni tanto tra la folla sento un urlo, vengo chiamato urlato in tutti i modi con nome e cognome che qui sono indicibili in maniera corretta, uno sopravvissuto a tutte le pesti, a tutte le polveri arsenicati e dei metalli pesanti, metallurgiche, a tutte le sudate continue mi chiama, mi abbraccia. Eravamo insieme diversi nello stesso disprezzo per i padroni, insieme quando abbiamo sabotato e scioperato, insieme nei sotterfugi operai, ridevamo insieme e sudavamo insieme senza neppure accorgerci di questo miracolo, l’essere diversi però fraternamente insieme.

Luigi Di Ruscio, Poesie Operaie, 2007,  Edies

15 commenti su “Grazie Griffin

  1. Antonio Devicienti
    01/02/2016

    Un affettuoso abbraccio a Griffin e un caldo benvenuto ai nuovi compagni d’avventura.

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  2. Carla Bariffi
    01/02/2016

    Grazie griffin!;-)

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  3. angela palmitesta
    01/02/2016

    Καλη εβδομαδα. Καλο μηνα. Καλες δουλειες.Καλη προοδο.
    Μικρε μου, να εκατοστησεις.
    Το μεγαλο υποβρυχιο να χεις παντα τις αντλιες ανοιχτες.

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  4. ninoiacovella
    01/02/2016

    Buon compleanno a Perìgeion e un abbraccio a Griffin.
    Nino

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  5. gianni montieri
    01/02/2016

    bravi ragazzi

    Piace a 1 persona

  6. angela palmitesta
    01/02/2016

    LE PETIT DEJEUNER ( OMAGGIO A GRIFFIN)

    Francesca si siede al tavolo e non parla.
    La mente abbandona il torpore del sogno con immensa lentezza mentre il corpo scivola, per inerzia, dentro l’inizio della giornata. La forza di gravità farà il resto.Francesca resta senza parlare davanti al caffé bollente e con le dita abbraccia la tazza, a volte ci si aggrappa ma senza darlo a vedere.
    Attorno al tavolo siedono anche tre belle ragazze, sono allegre, hanno occhi grandi e curiosi.
    Sono giovani, di sicuro molto giovani. Sono le sue figlie.
    Francesca le guarda con immenso stupore e pensa che sono un miracolo di luce: scherzano, battibeccano, gesticolano, sgranocchiano biscotti.
    Poi accade qualcosa, d’improvviso.
    La Biondoazzurrata con gli orecchini intonati al golfino le rivolge la parola:
    ” Mamma, il mio latte è nero”.
    Francesca pensa che forse, per sbaglio, ha versato troppo caffè nella tazza. La Biondoazzurrata è esigente, ama bere il cafè au lait ma con una sola lacrima di caffè.
    ” Mamma,il mio latte è nero. Lo sai che c’è una donna siriana che non ha latte per la sua bimba? Non ha latte, le dà acqua con sale al posto del latte. Mamma, la bimba ha solo quattro mesi”.
    Francesca alza gli occhi e guarda la giovane donna, è sua figlia, in silenzio.
    La Castanoprofondosguardo sospira, raccoglie le tazze con gesti lenti e ordinati:
    “Faremo tardi, dobbiamo uscire”.
    Il tramestìo della partenza fa compagnia a Francesca. Seduta al tavolo ascolta e interpreta, incapace ancora di muoversi.
    Borse che tintinnano,bocche che gorgheggiano sotto il getto dell’acqua, chiavi che frugano la porta d’ingresso, passi che si affrettano, un vuoto di silenzio, poi le voci che arpeggiano i saluti e si accavallano e poi scompaiono.
    Ma la porta di nuovo si apre, uno sbuffo, rientra veloce la
    Capellocortomipiace, ha dimenticato l’acqua, passa come il vento, lascia sulle spalle di Francesca un pizzicotto e grida qualcosa come ” (…) ragù”.
    Di nuovo silenzio.
    Francesca sente i seni turgidi di latte e le fanno male.
    Il caffè è diventato freddo, il latte è tutto nero.

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  7. amara
    01/02/2016

    chi lo avrebbe immaginato un anno fa.. ringrazio per la fiducia e per la pazienza che vi toccherà avere e a Griffin, a cui sorrido, devo due grazie belli tondi..

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  8. Pingback: uomo attempato chiama redazione Perigeion | Roberto R. Corsi

  9. Evangelia Polymou
    01/02/2016

    L’ha ribloggato su evangeliapolymou.

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  10. amara
    01/02/2016

    L’ha ribloggato su blackamara.

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  11. Giulia Santoro
    01/02/2016

    Grazie……!

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  12. guidoq
    01/02/2016

    L’ha ribloggato su Guido Q.

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  13. marco ercolani
    07/02/2016

    Buon compleanno, Perigeion, per la resistenza nel presente, dove convergono sempre passato e futuro.

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Informazione

Questa voce è stata pubblicata il 01/02/2016 da in in memoriam con tag .