di Francesco Tomada
Soltanto di recente la poesia di Jana Sovová è stata pubblicata per la prima volta in Italia, ed ha riscosso una immediata attenzione. Leggendo questi testi (alcuni già editi su rivista nella Repubblica Ceca, altri del tutto inediti) non si fatica a comprenderne i motivi: la scrittura di Jana Sovová ha il dono dell’essenzialità, sa assumere pieghe taglienti, ironiche, risvolti di grande profondità umana e sociale. Riuscire a condensare tutto questo in pochi testi, e farlo in modo che le parole sembrino fluire con assoluta naturalezza, è un privilegio di pochi.
(Třeba)
Třeba se tudy dá ještě projít.
Klopím oči, ať nezaplaším
zeleného panáčka
na semaforu.
(Forse)
Forse di qua si può ancora passare.
Abbasso lo sguardo per non spaventare
l’omino verde
del semaforo.
traduzione di Jana Sovová
***
Jednou to přijde
z lesa nebo z hor,
zvenčí, zevnitř,
seshora či zdola,
ráno, večer, v noci,
či v kteroukoli jinou dobu.
Bude to důrazné,
velkolepé, nezvratné
a jenom moje.
Škoda jen,
že nebudu mít čas
vypsat to slovy.
Verrà un giorno
dai boschi o dai monti,
da fuori, da dentro,
dall’alto o dal basso,
al mattino, di sera, di notte
o in un altro momento.
Sarà imponente,
maestosa, irrevocabile
e solo mia.
Peccato soltanto
che non avrò il tempo
di descriverla a parole.
trad. di Paolo Baiocchi
Závrať
Nebýt těch věčných hádek,
zda si sníst svačiny cestou,
nebo až na samém vrcholu
s děsivým výhledem do kraje,
při kterém umírám touhou
stočit se do klubka skutálet na pevnou zem,
nebýt té potřeby druhých
dojít až tam, kde mnou vibruje sráz,
dalo by se s určitostí tvrdit,
že ráda chodím do hor.
Vertigine
Non fosse per le eterne liti,
fare merenda camminando
o solo sulla vetta,
con quella vista spaventosa,
alla quale muoio dal desiderio
di raggomitolarmi rotolare verso la terra ferma,
non fosse per l’altrui necessità
di giungere fin dove in me vibra il precipizio
si potrebbe dire con certezza
che mi piaccia la montagna.
trad. di Paolo Baiocchi
Nic naplat
Když se Kláře narodila dcera,
bylo jí osmadvacet,
ale vypadala stěží na devatenáct.
Lidé si říkali,
tahle předčasná matka
musí být jistě cizinka.
Za pár let přibylo další dítě.
Lidé si říkali,
to se dalo čekat,
našinec uživí sotva jedno;
jen co se v hnízdě usadila,
už mají rovnou páreček.
Když bylo Kláře padesát,
vypadala na sedmatřicet
a měla dvě dospělé děti.
Lidé si říkali,
tyhle cizinky,
vdávají se sem mladičké,
poblázní chudáka chlapa,
utáhnou ho na vařené nudli.
Jak k tomu našinec přijde?
Inutile
Quando Klára ebbe sua figlia,
aveva ventotto anni,
ma ne dimostrava appena diciannove.
La gente disse,
una madre così precoce
sarà di certo straniera.
Due anni dopo arrivò un altro bambino.
La gente disse,
c’era da aspettarselo,
noi ne manteniamo a stento uno;
si è appena sistemata nel nido
e ne hanno già due.
A cinquant’anni Klára
ne dimostrava trentasette
e aveva due figli adulti.
La gente disse,
queste straniere,
qui si sposano presto,
fanno impazzire un povero ragazzo,
lo irretiscono cucinandogli spaghetti.
E noi cosa ci guadagniamo?
trad. di Paolo Baiocchi
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S blížícím se porodem
rostly ve mně obavy:
kdy, kde, jak?
Musí to být?
S blížícím se odchodem
obav neubývá:
kdy, kde, jak?
Zvládnu to?
Con l’avvicinarsi del parto
crescevano i miei timori:
dove come quando?
E’ inevitabile?
Con l’avvicinarsi della morte
il timore non svanisce:
dove come quando?
Ce la farò?
trad. di Paolo Baiocchi
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Jana Sovová è nata il 21. 1. 1966 a Šternberk, in Cecoslovacchia. Si è laureata in ceco, francese ed italiano. Per alcuni anni ha lavorato come insegnante di italiano, traduttrice ed interprete. Dal 1993 vive in Friuli e insegna il ceco come lettrice di scambio culturale all’Università degli Studi di Udine. Ha tradotto in ceco C. Sbarbaro, V. Magrelli, E. Ferrante, L. Littizzetto, S. Benni ed alcuni altri. A partire dal 2008 ha cominciato a scrivere circa una poesia all’anno, per poi esordire, nel febbraio 2016, con le prime pubblicazioni sulle riviste ceche Host e Protimluv. Lo scorso maggio è apparsa una selezione delle sue poesie su Nuovi Argomenti in traduzione italiana di P. Baiocchi.
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Straordinaria. Grazie!
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colpita da queste poche poesie che hanno la forza di una pietra lanciata con la fionda.
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Grazie per questa vostra generosa accoglienza. Ne sono felice!
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