a cura di Roberto R. Corsi
Una recensione a un libro che aspira allo Zen: una pagina bianca?
Il lettore abituale dei libri di Luca mi telefonò e chiese spiegazioni: avresti dovuto scrivere che…
Di colpo s’interruppe.
Proseguendo la ricerca personale e spirituale del libro precedente, credo che Buonaguidi abbia compiuto un discreto passo in avanti. Sembrano scomparse o molto attenuate le tensioni creative che all’interno di India, pur entro una direzione già definita e qui confermata, monitoravano per esempio la presenza/assenza, ectoplasmica o antropomorfa, dell’ispirazione poetica. Qui in Giappone la farfalla è compiutamente uscita dalla crisalide e contempla il tutto con serenità e un distacco superiore, appena scosso dai refoli di luce della grande città, dal ricordo dell’olocausto nucleare, dai ritmi aeroportuali; coraggiosa la scelta disporre le 21 osservazioni in “convergenza parallela” (si politichese licet) con la lezione dei Maestri letterari (giapponesi e non; tra i primi, Kenshin Sumitaku, il cui famoso esergo conoscevo anche io grazie a Natàlia Cataldi) e con l’immanenza fotografica.
Le parole – ci informa l’Autore – sono sgorgate in pochissimi giorni; con la copiosa naturalezza del sangue da una vena aperta. La sostanza del percorso di riflessione e decostruzione attraversa e surclassa la forma, ove comunque la ricerca dell’asciugatura di strofa e verso prevale ampiamente sulla urgenza narrativa che un viaggio spesso porta con sé.
Il risultato ha saputo parlare anche all’agnostico estensore di questa breve nota, inquadrare alcuni suoi recenti pensieri e sicuramente rappresentargli la superfluità di tutte le righe qui sopra.
*
Il bosco ricorda
la tua impermanenza.
Sei una cosa
che accade
al pari di un fiore,
hai la tua stagione
migliore e un tempo
per diventare concime.
Respiri sempre entrambi
i momenti dormienti.
Li unisce il risveglio
nel cosmo che veglia
i passi che muovi
verso l’Intero.
(Bentendake Peak, Kōyasan)
___
Luca Buonaguidi, Uno studio sul niente. Viaggio in Giappone, postfazione di Patrick Colgan, con 21 fotografie dell’A., Ancona: Italic, 2018, pp. 62
La foto tratta da p. 34, scattata dall’Autore, è di sua proprietà.
A proposito di Giappone, l’hai visto Silence?
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