perìgeion

un atto di poesia

Marco Annicchiarico, Poesie per il risveglio

 

 

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“La sola vera memoria è materiale” scrive Annie Ernaux, la frase la troviamo in un punto cruciale de L’evento, (L’Orma, 2019, traduzione di Lorenzo Flabbi) quello in cui l’autrice afferma che la scrittura è sempre sottoposta all’onere della prova. La ricostruzione non può passare soltanto dalle pagine di un diario, spiega la scrittrice francese. Preso in esame il periodo e i fatti che intende raccontare, non vi è alcuna certezza circa i sentimenti e i pensieri di quei giorni; affiorano solo i ricordi e le sensazioni di persone e cose al di fuori di lei. Questi passaggi mi sono ritornati in mente più volte durante la lettura di Poesie per il risveglio (Roundmidnight edizioni, 2019) di Marco Annicchiarico. Il risveglio, prima di essere una partenza, per il poeta milanese è sinonimo di ricerca, di ritrovamento. Per cercare e cercarsi, i versi vanno all’indietro, la poesia qui si scrive ricostruendo pezzi di memoria.

Cammino distante dalla linea gialla, / perché così vuole la voce […]

Ci si risveglia andando a tentoni e a tentativi, si toccano muri, si ripercorrono viali, numeri civici, balconi, si nominano anni e città. Si fa la conta delle cose andate, è quello l’unico modo per discernere tra quello che si è perduto e ciò che abbiamo salvato. Ogni verso della raccolta mette in evidenza il rapporto tra inadeguatezza e ritrovamento. Gli altri, ci dice, Annicchiarico, parlano e stanno nelle cose concrete, così facendo sopravvivono, tengono per mano le loro giornate, non si accontentano ma pare che facciano meno fatica. Fosse sempre il tempo che non è […], il passato, naturalmente, ciò che è stato conforta proprio perché confinato in uno spazio sicuro che non più sorprenderci, né farci male, uno spazio per forza di cose migliore; in questi termini a volte pensiamo a ciò che è trascorso. Quel verso però non può che rimandarci anche ai giorni che verranno, al tempo nuovo, è nel futuro che va a concretizzarsi il risveglio, la memoria (lo scavo) serve a far pace ma pure a costruire le fondamenta sulle quali innalzare qualche speranza, vedere il tempo nuovo come una possibilità, accostarcisi con qualche paura, senza tirarsi indietro.

Il rosa di quando / tu dormi / dandomi le spalle, / nella penombra / scompare d’un tratto. […]

Andando all’indietro si ripercorrono incontri e corpi, occhi, lampi di luce che hanno in qualche maniera illuminato anni controversi, non certo semplici. Anni di viaggi, di cambi di città, di gravi perdite. Poesie per il risveglio è in questa misura anche un catalogo delle mancanze. L’assenza delle persone, degli affetti, ma anche di cose più concrete che hanno deluso le attese. Assente è la storia che non si è realizzata. Assenti sono le città, regno di promesse non mantenute, belle e incomprensibili, vertici di solitudine, di miraggi, di sere che si sono troppo spesso ripetute nella stessa maniera. In ogni corpo che entra nelle poesie si intravede, ancor prima dell’amore, la riconoscenza, il sostegno, la fortuna di attraversare con qualcuno, fosse anche solo per poco, le macerie che ci stanno intorno.

Quella volta che ho camminato per cinque ore / di seguito, sotto il sole lo zaino sulle spalle / ho pensato davvero sarei arrivato altrove / […] C’era un posto in cui arrivare, dall’altra parte / tra volti amati e altri sconosciuti. / […] È che si finisce di amare / come lo spegnersi di una sigaretta. […]

Annicchiarico è un grande osservatore della realtà, scrive in tono minore, non ha bisogno di urlare, in quanto ogni parola, generata da un’accurata (e naturale) semplicità, va a segno e genera il meccanismo che prova la riuscita di una poesia, quello empatico e dell’immaginario del lettore. Non possiamo far altro che trovare qualcosa di noi e da lì partire per immaginare una nostra ricerca, il nostro tuffo nell’ordinario instabile, poco più in là il nostro personale risveglio..

Lasciare che la luce / di una candela / deformi le ombre sul muro / quel tanto che basta / per lottare con i fantasmi […]

Il poeta ci avvisa che il risveglio non è dovuto all’alba che fa capolino nella nostra camera da letto. Ci si ridesta trattenendo qualche brandello di ciò che è stato – che si tratti di un bacio o di un tram che ci è passato troppe volte davanti – e sapendo che lì dimora quello da cui veniamo, non può essere solo un fatto di luce, è soprattutto dall’ombra che arriviamo.

Ognuna di queste poesie va alla ricerca della vita che è un nuovo amore, la cura per le persone che amiamo, la lampada sul comodino pronta a illuminare il libro più vicino, le parole di un amico o quelle delle canzoni, queste ultime molto presenti lungo le pagine.

Poesie per il risveglio è un libro d’amore e di fantasmi che mette a fuoco le paure. Annicchiarico fissa un punto che è adesso, scrive che non è facile ma pure che c’è una felicità possibile poco più lontano di ogni piccola sera.

(dalla postfazione di Gianni Montieri)

 

 

Ventuno settembre

 

Fosse sempre domenica mattina

per scambiarci un segno nella fretta

e ricordare col sorriso di un bambino

che il corpo di Cristo è altra cosa.

 

Fosse sempre luglio per lasciare la città

e tornare alle origini oppure agosto

per stare fermi a guardare una stella

e un altro desiderio passare.

 

Fosse sempre il tempo che non è

quello delle bandiere appese sui balconi

come a un filo di speranza, in Italia

come in Siria, anche quando fuori piove.

 

Fosse stato tutto questo, oggi sarei

andato al mare, avrei preso una birra

e sarei rimasto steso al sole, senza chiedermi

perché di pace si scrive solamente e non si vive

 

*

 

Un’altra vita

 

C’è silenzio, a volte,

nelle strade. Nessuna

voce, nessun rumore.

Prestando attenzione

ti accorgi che il respiro

si cerca, con l’ansia

di sapere se oltre

queste case un’altra vita

è appesa – come la mia –

al filo della notte

 

*

 

Stelle

 

Milano è calda,

odora di cemento

e nuvole disperse.

Poco più in là, di notte,

le stelle.

Ma ci vogliono

un altro cielo

e altri pensieri

per poterle vedere.

Si nascondono, hai detto,

per non essere colpite,

per non cadere ai nostri piedi

a realizzare i sogni

che fanno più paura

*

 

 

 

 

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5 commenti su “Marco Annicchiarico, Poesie per il risveglio

  1. francesco sassetto
    26/12/2019

    Perigeion, come sempre, propone poesia alta e profonda, quella poesia che “si cerca”, che almeno io cerco. E questa raccolta di Marco Annichiarico – che correrò a ordinare – ne è un altro splendido caso. “Risveglio” come continua, dolente ricerca all’indietro di ciò che siamo stati, del poco che si è salvato, stracci di ricordi sfilacciati (o svaniti) insieme ad una tenace, difficile eppure irrinunciabile proiezione in avanti, ad un nuovo amore, un nuovo senso, un altro respiro. Come illustra benissimo Gianni Montieri nella sua Postfazione. Versi brevi, nitidi, senza fronzoli nè sbavature, essenziali e precisi nel dire la realtà di un passato costellato di assenze, vuoti, di solitudini e sparizioni. La “rosa” che “nella penombra/scompare d’un tratto”, “…si finisce di amare/come lo spegnersi di una sigaretta.”. Versi apparentemente “semplici” e lievi, in realtà affilati come coltelli che scavano nei cunicoli dell’anima e della memoria a ritrovare labili tracce, ricordi sbiaditi che Marco riporta alla luce. E denuda. Per continuare a sperare, a desiderare. Complimenti Marco e complimenti Gianni! Un caro saluto postnatalizio a tutti!

    Piace a 4 people

  2. Pingback: Marco Annicchiarico, Poesie per il risveglio (su Perigeion) – gianni montieri

  3. poetella
    28/12/2019

    sono tornata a leggere queste poesie. Davvero molto interessante.

    Piace a 3 people

  4. Annasilvia Scumace
    02/02/2020

    Milano è calda,

    odora di cemento

    e nuvole disperse.

    Incipit buono, forse ci vorrebbe tale intensità in tutto il testo, ma questa ” singolare tenzone” sembra andare su e giù…

    "Mi piace"

  5. Pingback: Presentazioni, postfazione e tre poesie | [la spettacolare] ascesa [dei miei ricordi]

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