perìgeion

un atto di poesia

Donatella D’Angelo, inediti

 

dona

 

 

Si contano i centimetri

tra il primo vagito e il nulla

come se la misura percorsa

restituisse un senso.

 

La morte, sopita tra le palpebre

in attesa di un battito, torna

(forse non era mai partita)

e si muore a pochi minuti da noi.

 

Crescerà erba nuova sul Campo

e scuoterà ogni tua preghiera:

Niente è perso

di ciò che abbiamo amato.

 

(A Christian, giugno 2018)

 

*

 

Dicono molto le mani

della gentilezza

un fare domestico, familiare

il fruscio della carta

riempie di cielo la stanza

l’intreccio delle dita sfiora

l’angolo del tavolo

e scosta i pensieri di lato.

 

Semplici promesse

calcolano il peso del giorno

un profumo, un passo indietro

per conservare l’equilibrio

delle labbra

e assolvere la notte che verrà.

 

*

 

È una calma supina e assopita

che circonda il letto

tu sprofondi gli occhi e sai

(certo lo sai) tuo ultimo domicilio.

Le mani raccolgono il ricordo

di un destino borghese

in quel lento gesto di pettinarsi:

questione di dignità

anche davanti alla morte.

 

*

Ancora mi misuro a spanne

(non sono mai abbastanza alta

per incontrarti nelle pupille)

come bastasse chiudere gli occhi

per allontanare le cose.

 

L’evidenza in cui i gesti sono

e noi siamo accanto a essi

affossa ogni allusione.

 

Non c’è ordine o spazio definito

in cui la notte non possa celebrare

la bellezza di un miraggio.

 

*

 

Non c’è luogo senza gravità

se non quello interiore

né deserto né foresta

nessuna stanza o muro

o riparo dietro le case

(resto sempre donna anche

quando corro a braccia aperte)

e il solo raccogliermi

con grazia e violenza

accarezza la circonferenza

della mia solitudine:

l’addio del giorno alla notte.

 

*

 

Tutto avviene come un rito:

mani che spianano lente

le pieghe della tovaglia.

Una tavola apparecchiata

su cui manca il pane

non i fiori, sistemati con cura.

 

Non so da dove arrivi la forza

di placare la fame

(tra equilibrismi e cadute)

arginare fiumi, sradicare alberi

poi ritirarsi in quegli anfratti

in cui il silenzio trova voce

 

e ogni giorno ricominciare.

 

*

 

Nelle stanze in cui è riflesso

un Dio bambino

resto a contemplare

il Mediterraneo tra le ciglia

e i polpastrelli

che disegnano a memoria

la curva di una spalla.

 

Le piccole partenze

come certi ritorni, gioiscono

senza emettere suono

eterna inquietudine dei sassi

che ricadono al suolo

– senza colpa – solo la grazia

di un volo incerto.

 
 

Donatella D’Angelo, lavora dagli anni ‘80 nel campo delle arti visive e comunicazione come grafica, illustratrice e fotografa, ed è curatrice di eventi culturali. Fa parte degli artisti selezionati per il secondo volume dell’antologia sull’autoscatto curata da Giorgio Bonomi Il corpo solitario, Rubbettino Editore (2017). Ha esposto in collettive e personali in Italia, America e Francia ed è apparsa su varie pubblicazioni di settore. Sue opere sono parte dell’Archivio Nazionale dell’Autoritratto Fotografico del MUSINF di Senigallia e ha vinto il primo premio del II concorso nazionale LABirintiFOTOgrafia 2015 con Los Respiros del Alma in collaborazione con Josè Lasheras, serie inclusa nel suo primo libro di poesie Memento vivere, Edizioni del Foglio Clandestino, 2016. 

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4 commenti su “Donatella D’Angelo, inediti

  1. Massimo Morasso
    16/01/2020

    Poesie di grande intensità, queste della D’Angelo. Con, in più, il pregio di una quasi assoluta nonchalance rispetto all’andazzo del fare-poesia contemporaneo, così pieno di sotterfugi. La D’Angelo scrive di morte solitudine e dolore con parole nude, verbi essenziali, aggettivi “carichi” e non soltanto allusivi, e indica un modo, felicemente “naif”, di dire pane al pane le sue cose e i suoi sentimenti: dice, con sobrietà – dice, non gioca, come i troppi, a mascherare per strappi paratattici ammicchi narrativi e ghirigori metaforici il vuoto-troppo del cuore e della mente.
    Bene così.

    Piace a 2 people

  2. francescotomada
    16/01/2020

    Sono d’accordo.
    La semplicità è una conquista e una virtù quando, come qui, significa trasparenza e schiettezza (ma l’esatto opposto della banalità). E’ un lavoro di pulitura umana prima ancora che letteraria, mi sembra, quello che sta alla base di queste splendide poesie.

    Francesco

    Piace a 2 people

    • bezzeccalab
      23/01/2020

      Ciao Francesco! Le tue parole mi commuovono sempre. Grazie e spero di vederti presto.
      Donatella

      "Mi piace"

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Questa voce è stata pubblicata il 15/01/2020 da in inediti, letteratura italiana con tag .
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