a cura di Giorgio Galli
Si esce da questo libro con la sensazione di una luminosità diffusa, come in un antico quadro veneziano. In Sembianze della luce (Giuliano Ladolfi Editore, 2019) Fernando Della Posta oppone il suo disincantato miracolismo alla bassezza dei tempi. Lo fa con mano leggera, con versi che non attirano l’attenzione su se stessi, tanto è discreto il suo linguaggio, e che vanno letti lentamente, come si sta in questo periodo al timido sole d’inizio primavera. Quando tenta la corda civile, Della Posta lascia emergere soprattutto il suo talento di aforista, il gusto della formula breve e la sua qualità di pacato ragionatore. Ma è nelle poesie liriche che dà il meglio, che sviluppa il tono lieve che gli è proprio. abbandonandosi a una sorta di sensualità disincarnata. O nei componimenti in cui afferma la sua diversità di poeta sul becerume contemporaneo, quando rivendica l’orgoglio della delicatezza e della sfumatura. Poeta a tutto tondo, con una speciale dote per le mezzetinte, Della Posta sa che anche la poesia più lirica è sempre civile; e porta avanti con coraggio un’idea di poesia che forse trova più riscontro negli antichi che in altri autori contemporanei.
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Da Sembianze della luce
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Scendo nella bassa
a toccare una polverosa mitologia di fiumi
a conoscere uomini
che hanno ancora vanga e stivali. Il segno
che anche qui è passato l’oltraggio
è un fucile messo a tracolla del santo.
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Maggio
Prime maniche corte,
borbottii che di tanto in tanto
risuonano per la vallata.
Le allegorie viaggianti
e il lavoro nei campi
sferruzzano lungo i viali.
La voce smaniosa degli usignoli
nel meriggiare pallido e assorto.
Cose di poco conto
un pochino provinciali, a detta di molti
provenienti dal fondo dei fondi.
Cose di pochi iniziati
che se ne fanno scandire le esistenze.
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Ci sono ancora popoli e paesi
che si baloccano dei natali di nobili illustri
senza intuire che a loro
forse davvero poco ha importato
se far nascere i rampolli nella residenza d’estate
o nel palazzo d’inverno,
o che forse è stata solo la ricerca illusoria
di una precisa concatenazione di eventi,
il calcolo di un giusto allineamento degli astri,
un incrocio di coordinate terrestri,
segni zodiacali e pianeti
con cui addobbare la culla del nato.
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Dite a quelli
che cavalcano sicuri in superficie
che sotto di loro
c’è sempre stato
tutto un mondo sommerso
e che soprattutto il tempo
sostituisce fatti e testimoni oculari.
Odiarvi, odiarvi
quando la pancia piena
scartate come fosse superflua
ogni visione ulteriore.
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Chi arriva prima sbiadisce lentamente.
Nonostante ciò l’usignolo di Keats
non avrà mai il becco scheggiato.
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Luce naturale
Sono l’attore di seconda fila
la comparsa che riempie il paesaggio
la chioma dell’albero che sta nel contorno
la mia storia non ha importanza.
Spesso faccio flessioni sul tetto di un grattacielo
e guardo un mare sconfinato.
Spesso ravviso il tuo seno
nei chicchi della melagrana.
Lirica civile, vero…ma anche sonetto audace!
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