Traduzioni di Michele Obit
Misliti Ku1
Lepoto sanj kot pepel
lupine stresa med pomije.
Rezek smeh kljuva
ostanke brizgajoče bližine,
ki se topi pod debelo
plastjo moknate svetlobe.
Tema potujene noči
zavrača tujek; mene. Ponoči
me drži za vrat nekaj
vražje tihega, kar čez dan
preži na razum.
Sledim si v podkožje,
da iztrgam prisluhe z jezika
poltrdih obrisov. Ko bom
sestradan zgrizel
cvetoče drobtine veselja,
se bom z želatinastimi
gibi prebudil ukrivljen vase.
1 蠱 (pinyin: Gǔ; Wade-Gilesova romanizacija: Ku): strup, pridobljen iz različnih strupenih bitij, zlobni duh ali črna magija.
Pensare Ku1
La bellezza dei sogni come la cenere
scuote le bucce mentre pulisce.
Un sorriso aspro punge
i resti di una vicinanza zampillante
che si scioglie sotto il denso
strato di luce farinosa.
L’oscurità di una notte aliena
restituisce un corpo estraneo; me. Di notte
qualcosa di diabolicamente silenzioso
mi tiene per il collo, di giorno
attende al varco la ragione.
Mi seguo nella sottocute
per poter strappare le visioni dalla lingua
dei contorni semiduri. Quando
estenuato masticherò
le briciole in fiore dell’universo,
con movimenti gelatinosi
mi desterò curvo su me stesso.
1 蠱 (pinyin: Gǔ; Romanizzazione Wade-Giles: Ku): veleno ottenuti da diversi essere velenosi, spirito malvagio o magia nera.
***
Noč naju glasno izgovarja
Literarni večer. Soba z
vonjem po knjigah in kavi. Luč.
Miza. In stoli. Vstopi sama.
Brez Chanela no. 5. Obdaja jo
blag ton sandalovine. On
bere pesmi. Dislektik. Ujet.
Stoji med verzi. Neznan.
Izven rokopisa se boji sebe.
Beži. Pretipkan je videti nor.
V češnjev cvet je zavil srce slavčka ter
ji ga izročil v skodelici z lističi črnega čaja.
Premor. Glasba piščali.
Gleda ga. Sprašuje o pesmih,
pomenih, izgubljenih s
prevodom. Bere z naglasom.
Posluša. V prostor med
njiju kaplja vonj po čaju. Na
steni slika lotosa. Zunaj.
Polna luna. Rečna meglica.
In gore. Izstopita skupaj.
V češnjev cvet je zavila srce slavčka ter
mu ga izročila v skodelici z lističi zelenega čaja.
La notte ci parla ad alta voce
Serata letteraria. Una stanza
che odora di libri e caffè. La luce.
Un tavolo. E le sedie. Entra sola.
Senza Chanel nº 5. La circonda
il delicato odore di legno di sandalo. Lui
legge poesie. È dislessico. Preso.
Se ne sta tra i versi. Sconosciuto.
Al di fuori del manoscritto, teme se stesso.
Fugge. Scritto a macchina, pare pazzo.
Nel fiore di ciliegio lui ha avvolto il cuore dell’usignolo e
glielo ha consegnato in una scodella con foglie di tè nero.
Intervallo. Musica di flauti.
Lei lo guarda. Chiede delle poesie,
dei significati, persi nella
traduzione. Legge con un’inflessione.
Ascolta. Nello spazio tra
loro due gocciola l’odore di tè. Sulla
parete la foto di un loto. Fuori.
Luna piena. La bruma del fiume.
E le montagne. Escono assieme.
Nel fiore di ciliegio lei ha avvolto il cuore dell’usignolo e
glielo ha consegnato in una scodella con foglie di tè verde.
***
Mogočni novi svet
Ljudi je strah, da bi se živali
spomnile svojih smrti. Občutek
nelagodja je mutiral. V tednu
pred Festivalom pomladi je ura
na Big Benu zastala. Svet je
vsak večer poslušal CNN. Strah
pred jutrom se je zrastel z grozo.
Vlada je na dan izdala več
ukazov, omejila gibanje. Strah
je iskal ljudi v sanjah. Svet
je z varne razdalje gledal ter
obsojal. Nato je počilo. Svet je
začel razumeti. Strah se je širil,
»Made in China« pa je bledel
z etikete. Ljudje so postali živali.
Zaprti v kletke. Bolnišnice so
zasedli kot prestižne hotele.
V njih ni več prostora. Sobe so
polne postelj z bolnimi gosti.
Zdravniki se v solzah odločajo,
komu bodo vzeli zrak iz pljuč, ki
dihajo Smrt. Svet Disneyevih
princesk in Marvelovih junakov
se je končal, ko se je priplazil Strah.
Nuovo mondo possente
Teme, la gente, che gli animali
possano ricordare le proprie morti. La sensazione
di malessere è mutata. Nella settimana
che precedeva il Festival di primavera l’ora
del Big Ben si è fermata. Il mondo
ascoltava ogni sera la CNN. La paura
del mattino si mescolava all’orrore.
Il governo ha emesso varie
disposizioni, limitato i movimenti. La paura
cercava le persone nei sogni. Il mondo
osservava a distanza di sicurezza e
condannava. Poi lo scoppio. Il mondo
ha iniziato a comprendere. La paura dilagava,
il «Made in China» si sbiadiva
con le etichette. Le persone sono diventate animali.
Chiusi nelle gabbie. Hanno occupato
gli ospedali come fossero prestigiosi hotel.
In essi non c’è più posto. Le stanze
sono piene di letti con ospiti malati.
I medici decidono in lacrime
a chi prenderanno l’aria dai polmoni, che
respirano Morte. Il mondo delle principesse
di Disney e degli eroi della Marvel
è finito quando la Paura è arrivata strisciando.
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Jernej Kusterle, nato nel 1987 a Jesenice (Slovenia), ha conseguito la laurea magistrale alla Facoltà di filosofia di Lubiana con una tesi su Teoria della poesia slovena di strada e contesto sociale, per la quale ha ottenuto il premio studentesco Prešeren. Ha pubblicato tre raccolte poetiche, l’ultima delle quali, del 2016, è intitolata Tipkopisi: Geneza (Dattiloscritti: Genesi).
I testi proposti qui con la traduzione in italiano di Michele Obit appartengono ad una raccolta ancora inedita intitolata Pekinški vrtovi (I giardini di Pechino).
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