perìgeion

un atto di poesia

Jernej Kusterle, tre poesie

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Traduzioni di Michele Obit

Misliti Ku1

 

Lepoto sanj kot pepel

lupine stresa med pomije.

Rezek smeh kljuva

ostanke brizgajoče bližine,

ki se topi pod debelo

plastjo moknate svetlobe.

Tema potujene noči

zavrača tujek; mene. Ponoči

me drži za vrat nekaj

vražje tihega, kar čez dan

preži na razum.

Sledim si v podkožje,

da iztrgam prisluhe z jezika

poltrdih obrisov. Ko bom

sestradan zgrizel

cvetoče drobtine veselja,

se bom z želatinastimi

gibi prebudil ukrivljen vase.

 

1 蠱 (pinyin: Gǔ; Wade-Gilesova romanizacija: Ku): strup, pridobljen iz različnih strupenih bitij, zlobni duh ali črna magija.

 

 

Pensare Ku1

 

La bellezza dei sogni come la cenere

scuote le bucce mentre pulisce.

Un sorriso aspro punge

i resti di una vicinanza zampillante

che si scioglie sotto il denso

strato di luce farinosa.

L’oscurità di una notte aliena

restituisce un corpo estraneo; me. Di notte

qualcosa di diabolicamente silenzioso

mi tiene per il collo, di giorno

attende al varco la ragione.

Mi seguo nella sottocute

per poter strappare le visioni dalla lingua

dei contorni semiduri. Quando

estenuato masticherò

le briciole in fiore dell’universo,

con movimenti gelatinosi

mi desterò curvo su me stesso.

 

1 蠱 (pinyin: ; Romanizzazione Wade-Giles: Ku): veleno ottenuti da diversi essere velenosi, spirito malvagio o magia nera.

 

***

 

Noč naju glasno izgovarja

 

Literarni večer. Soba z

vonjem po knjigah in kavi. Luč.

Miza. In stoli. Vstopi sama.

Brez Chanela no. 5. Obdaja jo

blag ton sandalovine. On

bere pesmi. Dislektik. Ujet.

Stoji med verzi. Neznan.

Izven rokopisa se boji sebe.

Beži. Pretipkan je videti nor.

 

                    V češnjev cvet je zavil srce slavčka ter

                    ji ga izročil v skodelici z lističi črnega čaja.

 

Premor. Glasba piščali.

Gleda ga. Sprašuje o pesmih,

pomenih, izgubljenih s

prevodom. Bere z naglasom.

Posluša. V prostor med

njiju kaplja vonj po čaju. Na

steni slika lotosa. Zunaj.

Polna luna. Rečna meglica.

In gore. Izstopita skupaj.

 

                    V češnjev cvet je zavila srce slavčka ter

                    mu ga izročila v skodelici z lističi zelenega čaja.

 

 

La notte ci parla ad alta voce

 

Serata letteraria. Una stanza

che odora di libri e caffè. La luce.

Un tavolo. E le sedie. Entra sola.

Senza Chanel nº 5. La circonda

il delicato odore di legno di sandalo. Lui

legge poesie. È dislessico. Preso.

Se ne sta tra i versi. Sconosciuto.

Al di fuori del manoscritto, teme se stesso.

Fugge. Scritto a macchina, pare pazzo.

 

               Nel fiore di ciliegio lui ha avvolto il cuore dell’usignolo e

               glielo ha consegnato in una scodella con foglie di tè nero.

 

Intervallo. Musica di flauti.

Lei lo guarda. Chiede delle poesie,

dei significati, persi nella

traduzione. Legge con un’inflessione.

Ascolta. Nello spazio tra

loro due gocciola l’odore di tè. Sulla

parete la foto di un loto. Fuori.

Luna piena. La bruma del fiume.

E le montagne. Escono assieme.

 

               Nel fiore di ciliegio lei ha avvolto il cuore dell’usignolo e

               glielo ha consegnato in una scodella con foglie di tè verde.

 

***

 

Mogočni novi svet

 

Ljudi je strah, da bi se živali

spomnile svojih smrti. Občutek

nelagodja je mutiral. V tednu

pred Festivalom pomladi je ura

na Big Benu zastala. Svet je

vsak večer poslušal CNN. Strah

pred jutrom se je zrastel z grozo.

Vlada je na dan izdala več

ukazov, omejila gibanje. Strah

je iskal ljudi v sanjah. Svet

je z varne razdalje gledal ter

obsojal. Nato je počilo. Svet je

začel razumeti. Strah se je širil,

»Made in China« pa je bledel

z etikete. Ljudje so postali živali.

Zaprti v kletke. Bolnišnice so

zasedli kot prestižne hotele.

V njih ni več prostora. Sobe so

polne postelj z bolnimi gosti.

Zdravniki se v solzah odločajo,

komu bodo vzeli zrak iz pljuč, ki

dihajo Smrt. Svet Disneyevih

princesk in Marvelovih junakov

se je končal, ko se je priplazil Strah.

 

 

Nuovo mondo possente

 

Teme, la gente, che gli animali

possano ricordare le proprie morti. La sensazione

di malessere è mutata. Nella settimana

che precedeva il Festival di primavera l’ora

del Big Ben si è fermata. Il mondo

ascoltava ogni sera la CNN. La paura

del mattino si mescolava all’orrore.

Il governo ha emesso varie

disposizioni, limitato i movimenti. La paura

cercava le persone nei sogni. Il mondo

osservava a distanza di sicurezza e

condannava. Poi lo scoppio. Il mondo

ha iniziato a comprendere. La paura dilagava,

il «Made in China» si sbiadiva

con le etichette. Le persone sono diventate animali.

Chiusi nelle gabbie. Hanno occupato

gli ospedali come fossero prestigiosi hotel.

In essi non c’è più posto. Le stanze

sono piene di letti con ospiti malati.

I medici decidono in lacrime

a chi prenderanno l’aria dai polmoni, che

respirano Morte. Il mondo delle principesse

di Disney e degli eroi della Marvel

è finito quando la Paura è arrivata strisciando.

 

***

Jernej Kusterle, nato nel 1987 a Jesenice (Slovenia), ha conseguito la laurea magistrale alla Facoltà di filosofia di Lubiana con una tesi su Teoria della poesia slovena di strada e contesto sociale, per la quale ha ottenuto il premio studentesco Prešeren. Ha pubblicato tre raccolte poetiche, l’ultima delle quali, del 2016, è intitolata Tipkopisi: Geneza (Dattiloscritti: Genesi).

I testi proposti qui con la traduzione in italiano di Michele Obit appartengono ad una raccolta ancora inedita intitolata Pekinški vrtovi (I giardini di Pechino).

***

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Questa voce è stata pubblicata il 10/09/2020 da in letteratura slovena, traduzioni con tag , , .
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