Mia compagna di latte e biscotti
che volevi un uomo e ti sei trovata un figlio
E ti bacerei fin dove non ti conosco
Fin quando non ti riconosco
dalla lingua da cui fuoriescono i nomi
che separano il seme dalla terra.
*
Era così bella l’utopia che a prenderne distanza non ci pensavi nemmeno.
Ti indicava rotte lunghe qualche metro tra proletari di buona famiglia
chiome arruffate, velluto di seconda mano
E dopo la sua morte eravamo ancora vivi, ma vivi di inutili sorrisi, di enigmi senza incanto.
*
Fortuna che non ho vita nel cassetto
In mezzo a tutto quel disordine
la cercherei per niente
la cercherei come un odore
o come dei centimetri
di coraggio e lividi
effetti collaterali dei miei brividi.
Alessandro Assiri nasce a Bologna nel 1962 vive tra Trento Bologna e Parigi. Si occupa a vario titolo di letteratura e progetti culturali per importanti editori italiani e francesi. Collabora con riviste letterarie cartacee e telematiche. Ha all’attivo numerose pubblicazioni di poesia e critica