(foto di Daniele Ferroni)
Grazie a Filippo Amadei per averci regalato questi inediti, che confermano la sua scrittura limpidissima e raccontano di panorami estivi, anzi di un modo diverso di vivere l’estate, lontanissimo dal turismo di massa. Il mare è un infinito spazio interiore, il mare è anche luogo di paura e di dolore, storie di bambini e di vecchi che si raccolgono e si tramandano nella trasparenza dell’acqua. La poesia non va mai davvero in vacanza, chi scrive – come Filippo – non può fare a meno di portarla dentro di sé.
*
Cerco un fiorire autentico di alghe
nella limpidezza dell’estate, il cuore
segreto delle reti da pesca
issate al sole ad asciugare
di un’aria nuova quando la chiara
luce le avvolge e restano così
meravigliose un eterno istante
poi di nuovo giù – scompaiono
nel dolore del mare.
*
Cosa ripara i bambini dalla vita
è un pensiero che entra in me
a gamba tesa, senza cautele
mentre guardo quelli immersi
nella chiarezza ingenua dell’acqua – tutt’uno
in un solo respiro che muove l’universo
sbracciano verso me, pare chiedano
al fanciullo che ero di unirsi a loro
sospesi in una gioia purissima
da allora non ho mai smesso di nuotare
ma ricordo quel giorno che tutto cambiò
quando in superficie indugiai
quando mi accorsi della mia ombra, laggiù
che aveva un fondo come il mare.
*
MENTRE STAI PER PRENDERE SONNO
Sei il grande mistero del cielo estivo
quando cambia colore ai margini della notte
fiore di loto aperto alle orbite dei sogni
tutto il tuo corpo si fa preghiera
mentre ti adagi come una conchiglia
sul fondo a spirale del dormiveglia
culla dei miei pensieri, bacio piano
l’orlo della tua spalla, ti avvicino
alla casa del mio abbraccio e nascono
squarci di luce dal nostro contatto
lampi improvvisi correnti marine
mi guidano al tuo segreto di perla
è dimenticare di essere solo
un piccolo uomo se ti ho così
dolcemente addormentata accanto
gli eserciti del mio cuore si placano
e la mia anima prende la forma del tuo fianco.
*
DA UN’ALTURA
I serpenti di luce del mare mi mordono
col veleno del tuo ricordo, così i ruderi
del castello, i visi duri dei vecchi
all’ombra della pietra che non voglio
guardare troppo. Dobbiamo smettere
di adorare le nostre rovine, piuttosto
cercare l’antidoto come un guizzo
verde di scoglio, farci vento, farci spuma
leggera di onda, lanciare il cuore dai ginepri
a picco. Il tempo ha i suoi giri da fare
guarda l’estate intorno. Muore l’amore
che non dà più frutti, che custodiamo
come un dolore necessario – è più prezioso
farsi alti da questa aguzza solitudine
tentare orizzonti, inseguire l’azzurro
canto della sirena, senza badare al richiamo
di una voce che ti abbraccia dal passato
perché la vita è ora, è il segreto
pulsare dell’universo e l’autentico
che ti parla oltre la paura.
*
La notte dormiva sotto lo specchio d’acqua della laguna, profonda come una nostalgia. Il suo respiro di balena sollevava il mare. Camminavamo sulla riva, coi costumi ancora bagnati verso la macchina. Di tanto in tanto incrociavamo un pescatore che preparava le canne e tutti gli altri arnesi. “Potremmo stare qui questa sera”, diceva Francesca. I suoi occhi erano scuri come due code di rondine intrecciate. “Questo posto è per le coppie, ragazzi, andiamo a ballare, andiamo dove c’è vita” rispondeva Nadia. Lasciavo lo spettacolo pensoso della baia addormentata a malincuore. Tutte le persone nascono con la stessa nostalgia della notte. Molte la temono come un brutto sogno da scacciare. Solo poche sanno respirare insieme al buio senza svegliarlo.
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Bravo Filippo.
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Davvero una bella scoperta. Ho apprezzato molto questi testi.
Nino
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Filippo Amadei è un poeta di grande spessore, e una persona speciale. Per fortuna, ne resto convinto, le due cose vanno insieme.
Francesco
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Grazie, Francesco, per avermi fatto conoscere questa nuova freschissima voce, di grande forza evocativa. Auguro ad Amadei di proseguire nel suo cammino limpido.
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Conosco da tempo Filippo Amadei, davvero da tanto e non mi sorprende il nitore della sua scrittura, l’eleganza con cui usa certe metafore, la ricercata, voluta e benedetta, aggiungo io, semplicità della sua cifra poetica. I miei complimenti Filippo Amadei. Flora Restivo
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Belle immagini, evocative…le reti da pesca, i ruderi del castello, la conchiglia che culla dei pensieri. Voce fresca e aperta.
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