perìgeion

un atto di poesia

Donatella Bisutti, poesie da "Sciamano"

sciamano

a cura di Giorgio Galli

L’opera di Donatella Bisutti si presenta come aspirazione a una totalità ricompresa nella poesia. Una poesia che nella seconda parte della raccolta si presenta con solenni toni sapienziali, mentre nei primi componimenti -che sono i più recenti: la raccolta procede a ritroso- appare sovreccitata e fresca, come per effetto di una seconda giovinezza. Lo sciamano del titolo è figura archetipica del poeta, secondo una visione estetica che l’autrice espone accuratamente nella nota introduttiva e che vuole recuperare quel contatto incandescente con l’irrazionale, con l’origine, col mito che si sarebbe perso dopo Mallarmé. Un’arte dunque che si spoglia della techne e si rituffa nei meandri del logos, assaporandoli nell’ebbrezza di una sensibilità vibratile e leggermente morbosa. Rinunciando alla poesia come tecnica, l’autrice realizza il suo mondo in una quantità di microscopici aforismi e di poesie in prosa che parrebbe provocatoria se non si conoscesse il suo progetto estetico, teso a recuperare un omnium poetico che in epoca contemporanea ha forse come unico referente l’enciclopedismo antimoderno di Pound. Bisutti tuttavia non realizza questa totalità come enciclopedia: piuttosto cerca di infondere l’alito della poesia agli oggetti più disparati, dai fatti di cronaca nera alle cose accumulate in una sala da bagno, dalle sere a Stoccolma al bestiario ironico con cui la raccolta si conclude. Un filo sottile di vita lega esseri umani e cose, un filo cosmico che srotolandosi dà vita a esiti di surrealismo o di espressionismo trasognato. Ma tutto questo “non conduce da nessuna parte: solo a una tautologia della vita, che si riafferma nel vivere”.

*

Da Sciamano (Edizioni Delta 3, 2021)

*

Ogigia

Ulisse vuole e non vuole

abbandonare l’isola rotonda

dimenticare l’utero

*

L’isola oscilla

interrogativo

sospeso

fra due azzurri

battello che si staglia

nello spazio vuoto

del tempo

*

Ma se vuoi continuare ad amarla,

Ulisse,

devi allontanarti dall’isola

abbandonare

le voluttà di Ogigia

fare della morte

la tua felicità.

*

Cosmica

Questo cosmo infinito suggellato nel silenzio

che non può esprimere sentimenti se non

con scoppi, eruzioni, smottamenti, tempeste, calure,

inondazioni, tremori, ondeggiamenti,

questo cosmo costretto a

tenersi dentro

tutto il suo dolore e la sua gioia

aspettava la nostra voce per cantare

il nostro pianto per soffrire

la musica dei nostri strumenti per

dire la tenerezza e la solitudine

di ciascuna dei suoi miliardi di stelle

destinate a scomparire

*

Sera a Stoccolma

Nella sera che si allunga sui prati di Stoccolma

due fanciulle dai lunghi

capelli dorati

in controluce nell’oro della sera

portano nelle mani bianche

mazzetti di myosotis e viole.

Tutto ha un riverbero dorato

nella sera di Stoccolma

che si allunga

in lunghe ombre

sui prati.

I fiori stretti nelle loro mani

risplendono di pura luce

in controluce nell’oro della sera.

Le loro ombre leggere scorrono sull’erba

inseguono l’ombra dei fiori

fuggevoli sul prato

nel controluce che s’accende

e illumina d’oro

la sera di Stoccolma

quando si allunga

l’ombra del sole

sui prati

*

Interno

La lampada di stoffa azzurra che pende alla parete

come gli slip di pizzo nero dal gancio dietro la porta del bagno

e il reggipetto serpente

le creme e i profumi i barattoli spray i flaconi

sul ripiano del lavabo

e nell’angolo della stanza la poltrona di vimini

acquistata in un giorno di sole e di vento

e fuori, al di là della tenda,

l’oceano.

*

Estetista (Un caso di cronaca)

Dopo l’ufficio lei andò dall’estetista

per prendersi cura del suo corpo.

Vi rimase più di due ore

Si fece tingere i capelli

massaggiare il viso e il collo

depilare le sopracciglia

applicare le ciglia finte

verniciare di smalto azzurro le unghie

delle mani e dei piedi,

depilare la gambe e le ascelle.

Era perfetta.

*

Poi lui venne a prenderla

la fece salire sull’auto

una Porsche nuova

Andarono per una strada fra i campi

ormai era sera e si stava facendo buio.

Lui la strinse forte

poi fece a pezzi il suo corpo

meticolosamente.

*

Struzzo

La sua nozione di realtà è confusa: non ciò che è, ma ciò che vorrebbe che fosse. Se qualcosa lo minaccia, la cancella: fare apparire o sparire il mondo dipende da lui. Sottraendosi all’evidenza, compie tuttavia, per paura, un atto di coraggio: attendere senza difendersi, senza fuggire, l’approssimarsi del Nemico.

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Informazioni su Giorgio Galli

Giorgio Galli è nato a Pescara nel 1980 e si è laureato in Scienze della Comunicazione a Siena. Vive a Roma dove per due anni ha gestito una libreria indipendente. Ha pubblicato "La parte muta del canto" (Joker, 2016), ritratti biografici di grandi musicisti del passato; "Le morti felici" (Il Canneto, 2018) e “Le voci sopravvissute” (Gattomerlino, 2020), piccole collezioni di brevi prose poetico-narrative; il racconto lungo “Il matto di Leningrado” (Gattomerlino, 2021) e la raccolta di poesie "Canzonacce" (Delta3, 2021).

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Questa voce è stata pubblicata il 20/03/2021 da in letteratura italiana, poesia.
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