Ricordiamo tutti i giorni del primo lockdown, quando d’improvviso il mondo è sembrato accartocciarsi a rinchiudere miliardi di microcosmi di solitudini, quando ci siamo scoperti isolati e persi, quando abbiamo iniziato a cercare freneticamente ogni forma di surrogato che potesse sostituire un contatto umano che veniva negato. Facevamo tutto questo ripromettendoci che, una volta tornata la normalità, non avremmo dimenticato la lezione e ci saremmo invece ricordati di quali fossero le cose importanti e quali, invece, quelle accessorie. Ci siamo riusciti o no? Abbiamo imparato qualcosa oppure è proprio quella “normalità” ad essere costituita da una sostanza di abitudinaria indifferenza?
Connessioni / Antologia di autoaiuto poetico in tempo di lockdown (Vita Activa Nuova) è una testimonianza di quei giorni, ma per fortuna una testimonianza che rimane. Nata da una chat organizzata da Claudia Zironi e trasformatasi in un’antologi grazie all’interesse di Gabriella Musetti, Connessioni raccoglie i contributi di numerosi autori ed è per sua natura un contenitore eterogeneo e variegato per quanto riguarda stili e atmosfere. Come scrive la stessa Gabriella Musetti nella sua interessante postfazione, è però un’occasione in cui finalmente “la poesia si pone in ascolto, a volte prende la funzione di rimappare, ricartografare l’esistente, specie nel trauma, attraverso parole da recuperare nel presente, materiali da far circolare per rendere pubblica una esperienza che è stata fuori dell’ordinario.” Non è questo quindi il luogo dove pensare a un’analisi critica dei singoli contributi: qui merita sottolineare lo spessore, la cura e l’importanza di un’operazione che si allontana dagli esempi di instant-poetry che ci sommersero (con risultati a volte straordinari, altre scadenti) al tempo del lockdown, e che diventa piuttosto occasione di riflessione e memoria collettiva.
I poeti che hanno contribuito a Connessioni sono Luca Ariano, Daniele Barbieri, Francesca Del Moro, Leila Falà, Raffaela Fazio, Serenella Gatti Linares, Marilina Giaquinta, Loredana Magazzeni, Gabriella Musetti, Silvia Parma, Cetta Petrollo, Toni Piccini, Marinella Polidori, Valeria Raimondi, Sergio Rotino, Enea Roversi, Elisabetta Sancino, Claudia Zironi, Anna Zoli. Selezionare alcuni testi sparpagliati mi sembrerebbe realmente privo di significato; per questo scelgo invece la via opposta, cioè pubblicare per intero il contributo di un autore. La scelta, effettuata in modo del tutto casuale per correttezza, è ricaduta su Elisabetta Sancino.
Spargimenti
Sono rotonda come un globo
che accarezza il vostro buio e non lo infilza
con parole impervie e delittuose
almeno per ora
la lingua bagna e svela l’antro in fiore
lo spargimento immotivato della vita
sulla breccia amara
il regale dissiparsi delle gocce
sfuggite a un piccolo colpo di tosse
mentre la parola scende
e si connette.
***
Comunione
Gli alberi hanno un suono dentro
alle dieci di mattina l’uomo si apparta
succhia i rami in esplosione
e la tela gialla dei ranuncoli trasale
quando i talloni scendono giù
fino alla cervice del suolo
l’uomo in comunione con le cose primarie
ha la purezza della capra celeste
prima del crimine e della notte.
***
In braille
Poi di notte bisbiglio il tuo nome
con la gola occlusa
e lo snodo continuo del Serpentine
a tatuarmi la schiena
sono un ricettacolo di salmastro e polvere
schiantata dai mezzi di cantiere
le lame delle barriere antisfondamento
registrate una ad una sui polpastrelli
come impronte digitali.
A volte mi sfioro e ti leggo
in braille e brucio.
***
Secondary school
Il mercoledì abito le aule a nord
e i sabati, e i lunedì con la brina sugli occhi
è questo il posto dove svernano gli aironi
alla prima ora ne vedo alcuni, all’intervallo
i fenicotteri che tenete appesi sopra il divano
io qui li nutro con piccoli semi felici
questo è il posto dove la nebbia sa essere azzurrissima
e i verbaschi svettano sopra le pensiline
e spesso dimentico che siamo fatti per morire.
***
Ritmo vegetale
La vertigine di un giorno nuovo
nella colatura alchemica della luce
a picco sulla mia faccia esposta
come le mie intenzioni
ho un ritmo vegetale a innervare
i miei piedi storti, eversivi
che s’incastrano nei binari
come il pensiero del tuo corpo nudo
quando non ho pensieri.
***
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