perìgeion

un atto di poesia

Marco Furia su Viviane Ciampi

 

Inchiostro di Viviane Ciampi.

 

 

Un’allusiva evocazione

Collegare l’aggettivo “allusivo” al sostantivo “evocazione” può sembrare pleonastico dato l’analogo significato dei due vocaboli: tuttavia, nel caso di “Barriere mentali”, di Viviane Ciampi, simile accostamento non pare ingiustificato.
C’è qualcosa d’intimamente specifico nell’elegante raccolta, qualcosa che rimanda a se stesso e anche ad altro, qualcosa di simile e di diverso.
Lungi dall’essere incline a proporre sterili tautologie, la poetessa mostra di saper cogliere l’immensa apertura che abita negli interstizi della lingua.
Una minuscola porta si apre e un mondo si spalanca: Viviane non chiede alcun esercizio di difficile esegesi, bensì invita il lettore a riconoscersi in pronunce anche sue.
E se

Le favole della sera troppo blu
anneriscono e si staccano
dalla bocca di chi racconta

paiono partecipi di un lieve surrealismo originale nel suo minimo e immenso persistere, la sequenza

Il biancoazzurro del corridoio
porta solo ai moscerini

aggiunge un tono quasi realistico che induce a proseguire lungo l’affascinante itinerario proposto.
Il piccolo è anche grande (e viceversa)?
Sì, ma l’autrice non giunge a tale consapevolezza con il mero ragionamento, ma per via di raffinate scelte linguistiche.
La poesia, davvero, è come “la grazia” che

a volte torna
come una donna
che allatta all’angolo
della strada”,

ossia è immagine attuale e ricordo, tratto semplice e pregnante, spontaneo, naturale.
Le parole si soffermano e, contemporaneamente, scorrono secondo ritmi che chiedono attenzione non disgiunta da un certo (non inquieto) dinamismo.
La leggerezza può essere intensa e ricca e di significato se, espressione di una vivida coscienza capace di riconoscersi profondamente nella lingua, è ben radicata in un divenire che crede nella naturalezza della costruzione poetica.
Sì, perché l’impegno c’è e si sente ma è come dissolto nei suoi felici esiti.
Quanto ai dieci “inchiostri” che accompagnano i versi, non si può evitare d’essere attratti dalla loro imprecisa esattezza, ossia, ancora una volta, da un senso di apertura per nulla gratuito.
Viviane crea un peculiare linguaggio, lo pratica integralmente, lo percorre senza timori, ritrovando, così, le proprie umane origini in un mondo di viventi su un pianeta in cui “oltrepassati i cristalli” “Tutto odora di buona terra”.
Un sottotitolo della raccolta potrebbe essere
Giorni lievi
d’apertura dei cancelli”,
sottotitolo che non si opporrebbe alle “Barriere mentali”, bensì, semplicemente, tenderebbe a scioglierle.

 

Viviane Ciampi, “Barriere mentali”, in “Fili d’aquilone” (www.filidaquilone.it), n. 44, ottobre – dicembre 2016

 

 

2 commenti su “Marco Furia su Viviane Ciampi

  1. marco ercolani
    18/04/2017

    Grazie per la leggera e profonda nota di lettura su una poeta surreale/reale, dalla voce sempre limpida e originale, ora più che mai nei suoi felicissimi “Inchiostri”.

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  2. Viviane Ciampi
    19/04/2017

    Mi preme ringraziare Marco Furia per la sua attenta lettura, stimabile poeta e critico privo di qualsiasi barriera mentale. Colgo l’occasione per ringraziare anche Marco Ercolani per le sue affettuose parole che sono per me vento di attesa per una nuova avventura letteraria. E grazie a Antonio Devicienti per l’accoglienza in questo bel sito.

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Questa voce è stata pubblicata il 18/04/2017 da in poesia, recensioni con tag , , .